Scegliete la due ruote e pensate di aver risolto tutti i problemi, ma poi resta da stabilire come vestirsi per andare in bici. È sicuramente possibile usare gli indumenti di tutti i giorni ma i capi tecnici sono tutt’altra cosa e anche chi ha un budget ristretto dovrebbe acquistarne almeno alcuni.
Sommario
I principi fondamentali
Sono quattro gli aspetti da considerare nella scelta degli indumenti prima di mettersi in sella.
- La comodità. Dopotutto, nessuno riuscirebbe a godersi una bella uscita in bici se indossasse una maglietta che lo stringe o pantaloncini troppo ruvidi.
- La leggerezza. Andare in bici è comunque impegnativo, perché aggiungere fatica a fatica portandosi addosso etti non necessari di indumenti?
- La traspirabilità. Pedalando si suda, anche nelle giornate più fredde. Per evitare che il sudore resti a contatto con la pelle è necessario che gli indumenti “comunichino con l’esterno”, lasciandolo evaporare.
- La sicurezza. Questo è forse l’aspetto più importante di tutti. A parte l’ovvia considerazione che gli indumenti devono renderci il più possibile visibili, è anche necessario che non svolazzino, impigliandosi in parti della bici o costringendoci a sbilanciarci.
L’abbigliamento tecnico
L’unico tipo di abbigliamento che risponde a tutti questi requisiti è quello tecnico. La cattiva notizia è che non costa poco, almeno quello di qualità. La buona notizia è che ormai si trova ovunque: negozi specializzati, negozi online, Decathlon.
Che poi intendiamoci: non è che sia obbligatorio. Nessuno vieta di andare in bici con gli shorts e la maglietta di tutti i giorni. È solo che il nostro abbigliamento quotidiano non soddisfa nessuno dei quattro requisiti fondamentali.
A ben guardare, ci sono alcune parti dell’abbigliamento che devono essere utilizzate per forza, mentre altre sono semplicemente consigliate ma non necessarie. Cominciamo a esaminare le componenti obbligatorie.
Il casco
Senza casco in bicicletta non si può andare. È troppo importante proteggere la testa. Oltretutto i caschi moderni soddisfano tutti e quattro i nostri principi, sono davvero leggeri, sui 300 grammi o anche meno, molto ventilati perché hanno vari e ampi fori di ventilazione e comodi, tanto quanto può esserlo una cosa che sta sulla testa mentre si pedala sotto il sole a 35°! Va da sé che chi pedala molto in inverno o comunque in climi rigidi può optare per un casco integrale o poco ventilato che aiuta a tenere calda la testa.
Ogni testa è diversa e così anche le sensazioni che si provano con ogni modello e taglia di casco. Ecco perché a mio avviso andrebbe sempre provato, e provato bene, prima dell’acquisto. Indossatelo, sentite come vi sta soprattutto una volta allacciato. I laccetti danno fastidio? Si spostano? Ci sono punti della calotta che sfregano contro la testa, rischiando di irritare la pelle, aspetto particolarmente importante per chi ha capelli corti o non ne ha affatto?
Il casco deve essere allacciato piuttosto stretto: tra il mento e il cinturino deve passare solo un dito; per proteggere l’osso frontale della testa non devono esserci più di due dita orizzontali tra il casco stesso e la radice del naso. Infine va sostituito dopo aver preso un colpo piuttosto forte o dopo un periodo di tempo che varia da due a cinque anni. Infatti il sole – il casco ne prende tanto come dimostra lo scolorirsi della calotta esterna nel corso degli anni – e il sudore vanno a danneggiare proprio quelle schiume che sono importantissime perché deputate ad assorbire gli urti.
La salopette o calzamaglia
La salopette, che molti chiamano pantaloncini o calzoncini da ciclismo, è da preferirsi ai modelli senza bretelle perché è naturalmente più stabile: non tende ad abbassarsi e a “rimborsarsi” nella zona pubica con il rischio di spostare il fondello e fargli perdere di efficacia o, peggio ancora, di impigliarsi nella parte più stretta della sella quando vi risiedete dopo un fuorisella. La salopette diventa calzamaglia in inverno quando si allunga a coprire tutta la gamba e non solo la coscia.
Anche nel caso di questo indumento, è necessario provarlo prima dell’acquisto per verificarne la misura. Se è abbondante finisce per risultare ingombrante e poco avvolgente, se è troppo stretto, be’ il disagio è ovvio. Ma soprattutto va verificato l’elemento più importante, il già citato fondello. È la parte che si interpone fra la sella e la zone perineale. Una volta si usava la pelle di daino, oggi è costituito da materiali sintetici, schiume e inserti in gel. Il compito del fondello consiste nel proteggere le zone delicate dallo sfregamento sulla sella, evitando irritazioni e infiammazioni. Avrete già capito che è essenziale acquistare salopette con fondelli di buona, anzi ottima qualità e prendersene cura. Si lavano in lavatrice con detergenti neutri, ma temono l’asciugatrice: meglio lasciarli all’aria naturale dopo il lavaggio.
I modelli sono specifici per uomo o donna, proprio perché sono studiati per rispettare le differenti anatomie. È essenziale indossarli a pelle, cioè senza indumenti intimi che annullerebbero i benefici garantiti dal fondello, andando ad aumentare gli strati che si interpongono tra pelle e sella e aumentando sfregamento e irritazione.
Gli occhiali
Gli occhiali hanno due funzioni: proteggere dalla luce intensa e preservare gli occhi dagli agenti esterni, polvere e insetti prima di tutto. Si possono usare normali occhiali da sole ma non c’è confronto con i modelli studiati ad hoc. In primo luogo sono molto avvolgenti e quindi proteggono gli occhi anche dai lati. In secondo luogo sono costruiti con materiali morbidi, soprattutto gomma e plastica, che non sono pericolosi in caso di caduta. Ormai esistono modelli per tutte le esigenze, con lenti graduate, con la possibilità di inserire la lente graduata all’interno della lente in plastica, con lenti fotocromatiche che si adattano alla luminosità ambientale. Personalmente sono un sostenitore degli occhiali in bici: li uso anche quando la luce è scarsa, scegliendo delle lenti bianche.
Come vestirsi in bici
Oltre a questi tre indumenti imprescindibili, come bisogna vestirsi in bici? La risposta è: dipende. E, se vogliamo approfondire, “a cipolla”.
Dipende perché sono tante le variabili che entrano in gioco. Stagione e quindi temperatura, quota, lunghezza dell’uscita, abitudini personali. A cipolla perché di solito si ha un po’ più freddo all’inizio dell’uscita e quindi è opportuno aiutare il corpo e i muscoli che non sono ancora in temperatura, ma poi si ha veramente caldo e sarà necessario togliersi qualcosa. Sfilarsi la mantellina, l’antivento, i gambali o i manicotti è un attimo… se sotto c’è qualcos’altro!
Altri indumenti da considerare
In base alle preferenze personali, ci sono altri indumenti che possono essere presi in considerazione.
Le scarpe. In questo caso la scelta è quasi filosofica: utilizzare o no scarpe con la tacchetta che si blocca nel pedale? Sotto il profilo dell’efficienza della pedalata non dovrebbe esserci alcun dubbio: senz’altro sì. Il piede bloccato sul pedale evita movimenti inutili che si trasformano in dispersioni di energia. Inoltre, è una soluzione più sicura nel senso che la scarpa non può scivolare sul pedale, soprattutto in caso di pioggia, rischiando di far casdere il ciclista. Di contro, molti, soprattutto tra i ciclisti alle prime armi, si sentono a disagio per avere il piede “bloccato” nel pedale e la sensazione di non riuscire ad appoggiarlo a terra in tempi rapidissimi se necessario. Inoltre, chi ha in mente escursioni con tratti a piedi non ama la tacchetta che non è il massimo quando si cammina.
Io però resto dell’idea che i vantaggi della scarpa con tacchetta siano molto superiori agli svantaggi. Per abituarsi a sganciare rapidamente il piede dal pedale è bene fare un po’ di esercizio in un ambiente senza traffico, come un cortile, un parco o semplicemente in un interno. La tacchetta si accoppia sempre a uno specifico pedale, tanto che i due accessori vengono venduti insieme (e non tacchetta più scarpa, come sembrerebbe naturale). Chi pensa di percorrere tratti a piedi può scegliere pedale e tacchetta da MTB perché quest’ultima si adatta meglio alla camminata rispetto alle tacchette studiate per le bici da corsa.
La maglia. Sia leggera per l’estate o pesante per l’inverno, la maglia da bici ha il vantaggio di essere sufficientemente aderente da non disturbare nei movimenti. Inoltre, aspetto assolutamente da non sottovalutare, ha alcuni tasconi sul retro – di solito tre – che hanno davvero tanto spazio per contenere accessori, documenti o cibo.
I guanti. I guantini con le mezze dita per l’estate, ovvero quegli indumenti che rendono orribile l’abbronzatura del ciclista, bianco sulle mani e bello colorato fino al polso. Però servono, servono ad almeno due cose. In primo luogo sono imbottiti, per ammortizzare i colpi e microcolpi che dal manubrio si trasmettono a mani e braccia del ciclista. In secondo luogo proteggono le mani in caso di caduta.
Gli accessori. Il concetto di vestirsi a cipolla è ben illustrato da un bel numero di accessori che possono essere indossati all’inizio dell’uscita e tolti più avanti quando il corpo è in temperatura e si entra nelle ore più calde della giornata. I manicotti e i gambali, che coprono rispettivamente braccia e gambe quando si indossano magliette a maniche corte e salopette, sono due ottimi esempi di questo tipo di accessorio. Si possono usare anche sottocaschi e scaldacollo, per tenere caldi testa e collo.
Vestirsi di buon senso
Le possibilità – a questo punto dovrebbe essere evidente – sono tante. Per orientarsi c’è il buon senso insieme all’esperienza. Ecco comunque sei consigli ispirati a tradizione e saggezza, soprattutto quella dei nostri nonni.
- Ascolta i vecchi ciclisti. I quali, tra le altre cose, dicevano che in inverno e autunno bisogna avere freddo a inizio uscita, altrimenti si è vestiti troppo pesanti. Traduzione: pedalando ci si scalda e i vestiti pesanti rischiano di diventare… troppo pesanti.
- Non chiedere ai compagni di uscita. Dopotutto nella vita di tutti i giorni non vi vestite allo stesso modo, c’è sempre chi ha più caldo e chi è più freddoloso. Perché in bici dovrebbe essere diverso? Al massimo sentite i più esperti, ma poi mediate sempre i loro consigli con la vostra esperienza.
- Il percorso è importante. Se il programma prevede di andare in quota pensate sempre che in montagna il tempo cambia in un attimo. Antivento o antipioggia devono sempre trovare posto nella vostra dotazione, anche perché a scendere a 40 o più km/h l’arietta si sente.
- La crema solare non si usa solo in spiaggia. Chi non la usa nelle giornate estive, soprattutto in montagna se ne pentirà. Lo so per esperienza.
- L’uniforme della squadra, per chi ha la fortuna di averla, è motivo di orgoglio, tramette senso di appartenenza e tra compagni di squadra rende più facile riconoscersi. Usala.
- Le luci sulla bici. Anche se non fanno parte dell’abbigliamento, le luci vanno “indossate”, almeno quella rossa posteriore. È importante che sia molto ben visibile e quindi che sia abbastanza forte e, parere personale, lampeggiante. Se non volete metterla sul telaio, si può agganciare al casco
Per concludere
Riassumendo, si possono dividere gli indumenti come nella tabellina qua sotto.
Indispensabili | Consigliabili | Utili |
---|---|---|
Casco | Scarpe | Manicotti |
Salopette o calzamaglia | Maglia | Gambali |
Occhiali | Guanti |
È chiaro che non è necessario vestirsi come un o una professionista per andare in bici. È altrettanto chiaro che gli indumenti tecnici, essendo concepiti per uno scopo ben preciso, danno garanzie di maggior comfort. Ora, è vero che si può rinunciare al comfort per risparmiare un po’ di soldi. Diciamo allora che ha senso scegliere in funzione del proprio budget, ma che non bisognerebbe mai rinunciare alla salute e alla sicurezza.