Valcava da Torre de’ Busi

È forse la più dura delle salite prealpine di Lombardia, non a caso i ciclisti della zona parlano del “muro della Valcava”, che poi è il tratto che caratterizza questa ascesa. Ciononostante chi abita in zona non può non affrontarla almeno una volta, magari facendosi aiutare da una bella batteria.
Per chi è: ciclisti ben allenati, altrimenti sul muro bisognerà rassegnarsi a mettere piede a terra e spingere la bici, almeno per i tratti al 18%.
Partenza | Torre de’ Busi (BG) | Regione | Lombardia |
Lunghezza | 11,7 | Dislivello | 930 |
Pendenza media | 7,9 | Pendenza massima | 19 |
Traccia GPX | clicca qui | Affrontata l’ultima volta | settembre 2022 |
La salita alla Valcava
La salita inizia quando si abbandona la provinciale e si svolta sulla SP179, seguendo i cartelli che indicano Costa Valle Imagna, la Valcava stessa, il Colle di sogno e il centro del paese. Il primo chilometro è agevole ma poi la salita si impenna all’interno del paese. Dopo circa 4 chilometri la strada si restringe in uscita dalla località San Marco.
Le pendenze restano importanti ma non insuperabili fino a circa 4 chilometri dalla vetta quando una curva sulla destra annuncia il muro. Ho letto che è segnalato da un cartello che indica pendenze al 18% ma non ricordo di averlo visto: probabilmente ero già troppo impegnato dalla salita. Dopo 5-600 metri la difficoltà si riduce ma le pendenze restano impegnative, spesso in doppia cifra.
A circa un chilometro dallo scollinamento si cominciano a vedere, nebbia permettendo, le antenne installate in cima e le pendenze si fanno più accessibili. La salita termina al cartello del passo. La cima è abbastanza particolare, antenne a parte: c’è una specie di prefabbricato rossiccio con la scritta Valcava e, non sempre, un furgoncino che, dicono, faccia panini con la porchetta e altre prelibatezze perfette per i cicloamatori che arrivano alla fine della faticaccia. Purtroppo non ho potuto sperimentarlo di persona per mancanza di euro.
I consigli della Maglia Nera
La Valcava da Torre de’ Busi non è una salita da affrontare a cuor leggero. Intendiamoci, non si sta parlando dello Stelvio o dello Zoncolan. Però gli ultimi 4 chilometri sono davvero tosti e non lasciano molto spazio per respirare. Morale: meglio arrivarci con un po’ di allenamento nelle gambe, che già così è dura, altrimenti rischia di diventare un vero calvario.
La salita può essere inclusa in vari percorsi con altre ascese che in zona non mancano, per esempio quelle della Valle Imagna o della non lontana Val Brembana. L’anello classico, di circa 45 chilometri, prevede la partenza in un punto qualsiasi tra Gromolongo e Pontida, la salita alla Valcava e la discesa della Roncola, altra famosa asperità della zona che al Lombardia viene invece scalata.
Nei primi chilometri può dare qualche fastidio il traffico, che dopo essersi lasciati alle spalle Torre de’ Busi invece è decisamente scarso.

Se cerchi su Internet trovi diverse foto delle antenne poste in cima avvolte nella nebbia, come quella che ho scattato io e che vedi qua sopra. È un fenomeno piuttosto frequente su questa cima: io l’ho trovata a inizio settembre con umidità e temperature non elevatissime. In definitiva: portati la mantellina, per i primi pochi chilometri di discesa può fare comodo.
I pro e i contro
Pro
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- Il muro adatto a chi ama le forti pendenze
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- La possibilità di inserire la salita in giri con altre ascese
Contro
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- Il meteo spesso avverso in cima
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- Il traffico nei primi chilometri