Pensavo fosse più facile creare il percorso per un giro in bici e così mi sono lanciato. Ho realizzato il mio bel giro su Komoot e l’ho proposto ai miei compagni di squadra: ragazzi, si va a fare un giro dalle parti di Castellania, il paese di Coppi. Divertirsi, ci siamo divertiti, ma mi hanno maledetto davvero tante volte!

Castellania il paese che vive di ciclismo

Ero già stato a Castellania Coppi (è questo il nome corretto) e mi aveva affascinato per le sue ridottissime dimensioni – 88 abitanti secondo Wikipedia – e perché tutti, ma proprio tutti, parlano solo di ciclismo e soprattutto di Fausto e Serse Coppi. Insomma Castellania mi era piaciuta un sacco, dopo averne letto per tanto tempo nelle cronache e nei libri che parlavano del Campionissimo. Il problema è che non conoscevo le strade della zona. Poco male, il percorso lo organizzo su Komoot e poi propongo ai miei compagni di squadra della ASD Lenti e Contenti (anche il nome della mia squadra è da maglia nera!) di sostituire il tradizionale giro del sabato nel Milanese con una “pedalata sulle strade di Coppi”. Trovo otto compagni entusiasti, dove l’entusiasmo deriva dalla mia premessa (“è un giro facile facile”) e dalla mia promessa (“si mangia molto bene”). Come vedremo, vera la seconda, falsa, falsissima la prima.

L’errore

Morale: abbiamo lasciato le macchine nel parcheggio di Castellania e, dopo i primi chilometri tutti in discesa e pianura, ci siamo trovati davanti una sequenza di muri brevi ma ripidissimi. Ma alla fine qual è stato il mio errore? Semplicemente la superficialità. Ho creato il percorso con Komoot, ma avrei potuto fare lo stesso con uno dei tanti altri programmi che servono allo stesso scopo. Il problema è che mi sono limitato a unire i tratti segnalati da altri cicloamatori, che presumevo esperti della zona.

Creare il percorso per la bici con cura

Cosa avrei dovuto fare invece? Va benissimo creare il percorso di massima con una delle tante app disponibili, ma poi è necessario “rifinirlo”, stando attenti a un po’ di elementi, come:

  • le pendenze, ovviamente
  • lo stato delle strade
  • il traffico
  • i punti di interesse nelle vicinanze
  • le esperienze di altri ciclisti

Vediamo questi aspetti punto per punto.

Le pendenze

Sono uno degli aspetti più importanti di un percorso perché determinano quanto tempo e fatica saranno necessari. Ci sono persone che deliberatamente cercano le pendenze estreme per il piacere di compiere l’impresa arrivando fino in cima. E ce ne sono altre che, accuratamente, le evitano. Ecco, io avrei dovuto evitarle, con il senno di poi ho scoperto che alternative ce n’erano eccome. Basta essere più attenti. Per esempio, su Komoot le pendenze sono evidenziate in colori diversi sull’altimetria visibile sotto il percorso. In tratti in rosso sono quelli più aspri. E quanto più è scuro il rosso tanto più è dura la salita. Meglio evitarli per esempio per le famiglie che vogliono fare una semplice passeggiata, oppure prepararsi a scendere e spingere la bici almeno nei tratti più duri.

Altimetria di un giro in bici nei pressi di Castellania Coppi
L’altimetria del nostro giro: in effetti è piuttosto mossa

Lo stato delle strade

Anche in questo caso è necessaria attenzione. Komoot vi dice se le strade sono asfaltate, adatte alla bici da corsa o ad altre bici ed è un buon punto di partenza. Ma esistono anche altre fonti sulle quali fare affidamento. Banalmente Google Maps: basta entrare in Street View per vedere un’immagine, si spera abbastanza recente, dello stato della strada. Si può anche fare una mini-ricerca su Google: “come sono le strade nella zona di Pincopalla?”. Stesso discorso per chi fa fuoristrada, naturalmente.

Il traffico

Il desiderio di evitare il traffico è più che legittimo. Ma come capire se una strada è trafficata o no? Qui non esiste uno strumento di cui io sia a conoscenza e che risolva la questione senza se e senza ma. Ci sono però il buon senso e i social. È chiaro che in linea di principio le strade principali, per esempio le statali, sono le più trafficate. Ci sono però gli appassionati sui social ai quali si possono chiedere suggerimenti sulle strade da evitare. Per esempio, su Facebook esiste un gruppo, passo Stelvio, dal quale si possono rapidamente ricavare aggiornamenti su apertura e stato della strada.

I punti di interesse nelle vicinanze

Siamo maglie nere, la bici ci serve anche per vedere posti belli. Perché non fare una piccola deviazione, se serve? Noi, per esempio, nel corso del nostro giro con base Castellania abbiamo scelto di entrare nel paese di Volpedo per ammirare una riproduzione del famoso Quarto stato di Giuseppe Pellizza. In questo caso Internet aiuta parecchio, basta googlare frasi come “cosa vedere nelle vicinanze di Pincopalla” o aiutarsi con Google Maps, Komoot ecc. che pubblicano foto dei luoghi di interesse.

Le esperienze di altri ciclisti

Leggere, leggere, leggere! Le librerie sono piene di guide con gli itinerari per le varie zone di Italia ed Europa, ma ancor più ne è piena Internet, e queste sono aggiornate e gratuite. Spesso si trovano indicazioni sulle ciclovie, le loro condizioni e il modo di affrontare i punti in cui si interrompono. Altra fonte importante sono le esperienze di chi in bici ci va da tempo: i blog su Internet (sì, proprio come questo), i gruppi su Facebook o Telegram, non è difficile trovare informazioni, basta un minimo di pazienza nel cercare.

Studiare o improvvisare

E se invece sei una persona che ama improvvisare in nome dell’avventura? Benissimo, la bici può essere usata in mille modi diversi e puoi anche scegliere di seguire l’istinto e prendere la prima strada che ti ispira. Ti lascio solo due suggerimenti: in primo luogo non allontanarti troppo dalla “base”, che sia casa, albergo o l’automobile. Quanto è “troppo”? Dipende da quante salite ci sono nel mezzo e da quanto sei allenato tu. Questo suggerimento vale soprattutto se hai limiti di orario e quindi devi regolarti un po’ sulle tue capacità per essere di ritorno in tempo. In secondo luogo occhio a non finire cibo e acqua. È bruttissima la crisi di fame e quella di sete è forse anche peggiore (parlo per esperienza diretta, sì).

Facciata del mausoleo dedicato ai fratelli Coppi a Castellania Coppi
La facciata del mausoleo dedicato ai fratelli Coppi a Castellania Coppi

Doccia e pranzo

Ma, in conclusione, com’è andata a Castellania? Al di là di questi strappi terribili che hanno costretto quasi tutti noi a spingere la bici e che sono stati poi fonti di scherzi e prese in giro, la zona è splendida per il ciclismo. Traffico scarso, paesaggi invitanti e soprattutto la consapevolezza di essere in mezzo alla storia del ciclismo. Come già detto, il paesino di Castellania vive letteralmente di ciclismo, dal museo a Casa Coppi, dalla locanda Il grande Airone intitolato a Fausto, persino i locali del Comune sono “pensati” per i ciclisti perché al loro interno chi arriva in bici può usufruire di uno spogliatoio attrezzato con docce: basta chiedere al ristorante o direttamente in Comune. Tanto più che a pochissimi metri di distanza c’è il sacrario dedicato ai fratelli Coppi che qualsiasi appassionato vorrà visitare. Resta da ricordare infine che in zona si svolge ogni anno La Mitica Ciclostorica, raduno con bici ed abbigliamento d’epoca ideato ed organizzato dall’Associazione I Colli di Coppi A.S.D., in collaborazione con il Comune di Castellania Coppi lungo le strade sulle quali si allenavano Fausto e Serse.

Anche tu usi Komoot per i tuoi giri in bici o preferisci improvvisare? Se vuoi, lasciaci un commento per raccontarci la tua esperienza.

La foto di apertura è di Matt Duncan su Unsplash